Ormai dovremmo averlo imparato: il panorama dei social media è in continua evoluzione. Così come lo è il modo di approcciarsi al digital marketing. Non esiste una ricetta che sia valida per tutti e non ci sono ingredienti magici. C'è però un approccio strategico al social media marketing, al modo di pensare ai contenuti e a come farli fruire. Un approccio che comprende studio, approfondimenti continui, applicazioni pratiche e protocolli di lavoro tarati su misura. Perché nessun cliente è uguale all'altro e le esigenze (e i budget) non sono tutti uguali. Dunque, salutiamo questo ricco 2022 e cerchiamo di capire quali saranno i social media trends per il 2023, senza dimenticare un concetto fondamentale: se prevedere è impossibile, costruire (giorno dopo giorno) è la via per fare social media marketing di qualità.
Più della metà della popolazione mondiale è attiva sui social media
Nel luglio 2021* gli utenti attivi sui social media, a livello globale, hanno raggiunto il 56,8%. Vale a dire più della metà della popolazione mondiale. Alla fine del 2021, gli utenti social sono cresciuti del 13,1%. Un aumento condizionato senza dubbio dagli effetti del Covid e dai blocchi imposti in tutto il mondo, che hanno costretto migliaia di persone ad un intrattenimento "forzato". Con la conseguenza naturale dell'instaurarsi di nuove abitudini di comunicazione. Questo aumento delle attività social, ha portato tante aziende a cambiare modo di fare marketing per avvicinarsi maggiornamente al proprio pubblico. Tuttavia, si sono osservate anche alcune tendenze negative. Ad esempio, i tassi di coinvolgimento, che sono diminuiti costantemente anche in virtù delle modifiche dei principali algoritmi che vanno a discriminare i post pubblicati dalle aziende. E poi c'è un fatto fisiologico: con un gran numero di persone che possono accedere all'uso dei social media, la crescita subisce inevitabilmente un rallentamento. E non è così grave.
In una miriade di dati a disposizione (che bisogna saper capire e interpretare), ce ne sono alcuni che danno un'idea sui nuovi social media trends. Un esempio è rappresentato dal predominio delle App social. Un'ampia indagine sugli utenti internet (a livello globale) di età compresa tra i 16 e i 64 anni, ha rilevato che le App social sono le più utilizzate (95,7%). Seguono quelle per la chat e messaggistica (95,2%), per i motori di ricerca o portali web (84,1%), per gli acquisti, aste o annunci (59,7%) e infine quelle dedicate alle mappe, parcheggi o servizi basati sulla posizione (54,4%). E anche per quanto riguarda le classifiche delle App più scaricate, quelle social la fanno da padrone. Sul podio troviamo TikTok, Facebook e Whatsapp. Seguono nell'ordine, dal 4° al 10° posto, Zoom, Instagram, Facebook Messenger, Google Met, Snapchat, Telegram e Netflix.
* dati Influcencer Marketing Hub, 4 febbraio 2022
I 10 punti chiave del 2023 per un social media marketing di qualità
I principali siti di settore in tutto il mondo, sono pressoché concordi su quali siano i 10 punti chiave del 2023 su cui orientare la propria attività di social media marketing. Prima di elencarli, però, è opportuno ricordare che ogni piattaforma social ha una sua utilità. Che siate utenti privati o aziende non c'è differenza, il mantra è sempre lo stesso: non è necessario essere presenti su tutti i canali social. Così come non è necessario avere un'opinione su qualsiasi cosa. Un uso corretto dei social media passa anche da un approccio etico e funzionale alle proprie esigenze. E allora, ecco le cose da tenere a mente per il prossimo anno:
1. La gestione delle crisi sui social media sarà essenziale - All'alba del 2023, molte aziende non hanno nè una persona nè tantomeno un team o un piano dedicati alla moderazione delle crisi social. I nuovi media sono principalmente mezzi di comunicazione atti a diffondere rapidamente delle informazioni. E questo include problemi, che diventano di grandi proporzioni se non si interviene per tempo. Come gestire uno o più commenti negativi? Come comportarsi quando un cliente, o potenziale tale, attacca direttamente l'azienda? Situazioni di questo tipo, spesso accadono per un bisogno di attenzione più che per un vero problema. E allora, calma e sangue freddo. Fermati e "ascolta" la lamentela. Se hai un team con cui confrontarti fallo prima di rispondere. Se invece sei da solo a gestire la situazione, prenditi qualche minuto per capire bene di cosa si tratta e solo dopo rispondi. Possibilmente mettendo a proprio agio l'interlocutore e aggiungendo un'emoticon distensiva. Aspetta la risposta e rispondi a tua volta spostando la discussione in privato, all'interno della messaggistica. In questo modo avrai un duplice effetto positivo. Da un lato tutti coloro che leggeranno la conversazione sapranno che la tua azienda è presente; dall'altro, porterai su un canale privato il cliente (o potenziale tale) dandogli la giusta attenzione che merita. Questo modo di operare, unito alla capacità di ascoltare, renderà il tuo brand solido e credibile (la cosiddetta reputation);
2. L'uso dei social media come finestra sul mondo dell'e-commerce - Nel 2022 è proseguito l'aumento del "social commerce", ovvero la possibilità di acquistare prodotti direttamente sui social media. Il trend è in aumento anche per il 2023. Un sondaggio del 2021 pubblicato da HubSpot, ha mostrato che il 36% degli utenti presenti sui social media ha acquistato un prodotto direttamente da Facebook, mentre il 24,5% lo ha fatto su Instagram. Al primo posto in classifica rimane ancora l'e-commerce del sito web (40,5%), ma le possibilità offerte dai social media (in particolare Facebook e Instagram) di collegare i propri account aziendali direttamente all'e-commerce, ha certamente contribuito a modificare le tendenze di acquisto. Con il risultato di offrire un'esperienza più fluida. Certamente non è una soluzione adattabile a tutti i marchi ma essere presenti su alcuni canali social con una galleria di prodotti (magari quelli principali), può rappresentare un'esca intelligente per attrarre nuovi potenziali clienti. Tutto questo, però, è funzionale al concetto di customer experience. La presenza dell'azienda (e quindi delle persone) dietro la tastiera è fondamentale (come nel caso della crisi social) per garantire quel livello di interazione umana ed empatica tale da poter spostare l'interesse dal social all'azienda. E quindi al prodotto. Perché se un cliente fornisce un feedback (positivo o negativo) o segnala un problema, si deve rispondere immediatamente. In modo da essere efficaci anche agli occhi degli altri. E se per caso non riuscite a rispondere nel giro di 10 minuti, attivate la risposta automatica. Ma preoccupatevi di renderla la più empatica e personalizzata possibile. Magari aggiungendo una mail dedicata o scrivendo che assicurerete una risposta (davvero) nel giro di poche ore;
3. L'autenticità e la trasparenza premiano sempre - In un periodo storico che vede il proliferare di notizie false (con la complicità della poca voglia degli utenti di verificare le fonti), non è un segreto che il comportamento dei consumatori sia in continua evoluzione. In America, per esempio, dati recenti (indagine Sprout Social 2021) affermano che l'86% dei consumatori ritiene la trasparenza delle imprese più importante che mai. E che il 73% di essi sarebbe disposto a pagare di più per quei prodotti che garantiscono trasparenza totale. Considerazioni economiche a parte, i consumatori di oggi si aspettano che le aziende coltivino connessioni umane, autentiche ed empatiche. Per fare questo, la trasparenza gioca un ruolo importante. Nella stessa indagine, ad esempio, anche i consumatori millennial desiderano che i marchi siano più trasparenti sui social media. Con il 69% di loro che vorrebbe che il CEO di un'azienda avesse una "presenza personale" sui canali social media, convinti che l'autenticità generi un impatto molto positivo;
4. I contenuti brevi e di dimensioni ridotte saranno protagonisti - Nei prossimi anni, la fruizione di contenuti video potrebbe essere prevalente. Ad oggi, quasi il 90% delle aziende utilizza il video come strumento di marketing (dati Video Marketing Statistic, 2022). Tuttavia, considerando anche il livello attuale di attenzione media degli esseri umani (8,25 secondi, ovvero 4,25 secondi in meno rispetto al 2000 - dati Novembre 2022), i video di breve durata o i post di breve lunghezza (con rimandi al sito web) potrebbero risultare più efficaci. Ma non è un dogma. E le aziende non devono scendere a copromessi. Esistono, per esempio, contenuti video superiori ai 5 minuti in grado di generare interesse e coinvolgimento. Perché pensati, strutturati e realizzati in modo accattivante ed empatico. Anche in questo caso, quindi, la ricetta giusta non c'è. Bisogna crearla in base alle caratteristiche dell'azienda e del suo pubblico. Sperimentando e migliorandosi ogni giorno. Il contenuto è e rimarrà sempre il RE. Migliorarlo (e migliorare il messaggio da veicolare) è l'obiettivo da raggiungere ogni volta che si scrive un articolo, si fa un post o si produce un video;
5. La crescita delle stories IG e il loro uso sempre più versatile - Le stories di Instagram, anche grazie alle novità in arrivo tra il 2022 e il 2023, continueranno la loro evoluzione. Post basati su foto e video che scompaiono dopo 24 ore (ma che possono essere raccolti in gallerie create ad hoc), rappresentano una modalità sempre più fruibile da parte dei brand per entrare in contatto con il proprio pubblico in modo divertente, creativo e informale. E con qualche accorgimento tecnico (qui sta alla bravura del social media manager), le stories possono uscire dal feed dei followers aziendali e raggiungere le home di utenti in tutto il mondo;
6. Maggior coinvolgimento degli utenti nella creazione dei contenuti - I contenuti generati dai consumatori sono uno dei modi più efficaci per stabilire una connessione con loro e con le loro community (qui ritorna il discorso dell'empatia descritto al punto 3). Non è un segreto, infatti, che dare il giusto risalto ai contenuti generati dai consumatori (fidelizzati e non) sia uno dei modi più efficaci di rendere l'azienda vicina al proprio pubblico. E magari, a creare nuove connessioni;
7. Sostenibilità e ambiente sempre più prioritari - I consumatori di oggi non vogliono più ascoltare parole come "sostenibilità" ed "eco friendly" senza assistere poi a nessun atto concreto. Desiderano, infatti, essere parte dell'azione e avere un impatto importante. Scegliere un determinato prodotto vuol dire sposare la linea di quell'azienda. Ecco perché ci si aspetta che moltissimi brand agiscano in concreto sulle "due P", Persone e Pianeta, anzichè solo sul Profitto;
8. L'intelligenza artificiale svolgerà un ruolo importante nei consigli sui post - Se il 2022 è stato un anno importante per l'Intelligenza Artificiale (IA), il 2023 lo sarà ancora di più. Per aumentare il coinvolgimento degli utenti, piattaforme come Facebook e Instagram stanno lavorando molto sugli algoritmi per proporre contenuti sempre più consigliati (e quindi tarati sulle "esigenze" degli utenti). "In questo momento - ha dichiarato di recente Mark Zucherberg - circa il 15% dei contenuti nel feed del proprio Facebook, e poco di più in quello di Instagram, arrivano dal consiglio della nostra IA. Coinvolgendo persone, gruppi o account non seguiti. Prevediamo che questi numeri possano raddoppiare entro la fine del prossimo anno". Il nostro consiglio? Pensate qualche secondo in più ai like che mettete e ai commenti che scrivete; per non ritrovarvi nel feed contenuti poco inclini ai vostri interessi;
9. Occhio all'influencer marketing - Anche se la parola "influencer" può far storcere subito il naso, il concetto di marketing su cui si basa è semplice e, al tempo stesso, efficace. Tutto sta, come sempre, nell'approccio e nell'utilizzo che se ne fa. Migliaia di followers non sono sinonimo di influenza. Specie se, a questa, deve essere corrisposto un prezzo elevato. I consumatori di oggi vogliono gravitare intorno all'esperienza, nel senso più profondo e autentico del termine. Vogliono relazionarsi con il marchio che offra non solo valore ma (neanche a dirlo) autenticità (e qui si ritorna ancora al punto 3). La famosa value proposition, un concetto tanto caro ai Professori di Marketing, assume in questo caso ancor più significato. Non volete chiamarli influencer? Benissimo. Ambassador suona troppo squalificante? Ci sta. In gergo tecnico si chiamano nano- e micro-influencer, persone che "nel loro piccolo quotidiano" hanno un tasso di coinvolgimento medio dal 4% in giù, ma che è superiore a quello dei marco-influencer. Perché? Si ritorna sempre lì, al punto 3. Questione di connessioni, empatia e trasparenza. Morale? Possiamo aspettarci che le aziende optino per un approccio "guidato" alle community, stabilendo con loro un rapporto più diretto e meno formale. Questo, però, non vuol dire che i grandi influencer non valgono più. Ma con molta probabilità c'è bisogno che anche loro (o qualcuno di loro), si comporti veramente come una persona normale e non come una star. Sempre se l'obiettivo è quello di favorire la conoscenza reale di un prodotto o di una filosofia aziendale;
10. Il social listening è un evergreen - "Un bel tacer non fu mai scritto", recita un famoso proverbio che si tira in ballo quando si vuole invitare a riflettere prima di dire qualcosa. Quanto ce ne sarebbe bisogno nel mondo dei social media, non siete d'accordo? Saper ascoltare in un luogo dove tutti parlano è tra le cose più difficili da fare quando si ha a che fare con i social media. Troppa la paura di perdere questa o quella notizia. Troppa la fretta di essere costantemente sul pezzo. Ma il cosidetto "ascolto sociale" (e relativo monitoraggio dei social media) è un'arma potentissima, i cui frutti si vedono a medio e lungo raggio. Capire dove si parla del marchio (pertinenza), chi parla del marchio (utenza) e come ne parla (essenza), è un modo prezioso per ottenere informazioni importanti, in positivo o in negativo. Questo consente al brand di affrontare qualsiasi sentimento in modo tempestivo, dando anche l'opportunità di capitalizzare qualunque opportunità e amplificarla attraverso i propri canali. L'ascolto è un fatto sociale. E quando un'azienda si prende del tempo per ascoltare, vuol dire che dietro ci sono persone disposte a guardarti negli occhi. Un qualcosa che per i consumatori non ha prezzo.
Saper improvvisare vale solo a teatro
Alla luce di tutto questo, vale la pena improvvisarsi sui social media? La risposta ci sembra scontata. L'arte dell'improvvisazione vale solo a teatro ed è la misura con cui si giudica la bravura di un'attrice o un attore. Ma il social media marketing è un'altra storia. E allora, per non rimanere delusi dai risultati e rischiare, nella peggiore delle ipotesi, di rovinare l'immagine dell'azienda per la quale lavorate o con cui collaborate, date il giusto valore agli investimenti (anche di piccole dimensioni, purché su misura) e al tempo dedicato. Diffidate da chi racconta che è tutto facile e che non serve studiare e scegliete di affidarvi a persone competenti che fin dal primo approccio dimostrino correttezza, professionalità e onestà intellettuale. Non avrete mai di che lamentarvi.